domenica 22 maggio 2016

Quando la Mela batte l'Africa 10 a 0

E' passato tanto tempo dall'ultimo post, il mio racconto è stato pubblicato su Amazon e la mia vita è stata messa in un frullatore migliaia di volte.

Nessuna delle mille volte ha lasciato un segno come la mia ultima esperienza negli States, a New York per la precisione.

Ho vissuto tre settimane da newyorker, con uno studio a Brooklyn, la metro card in tasca, il caffè di Starbucks alla vaniglia in una mano e le cuffie nelle orecchie.

Orari di punta, express train e linee soppresse nel week-end, tra una cambio di stazione ed una corsa con Uber, per attraversare il ponte delle emozioni.

Un ponte che ha solcato i secoli e la mia vita, forse per un breve periodo o forse per sempre, non posso ancora dirlo, ma lo vorrei vedere ogni mattina e vorrei godermi i tramonti delle mie giornate ammirandolo.

C'è chi soffre il mal d'Africa, mentre io soffro a star lontana da una città che mi fa sentire a casa, che mi regala il sorriso e mi mette le ali all'anima.

Dalla prima volta che ci sono stata nel 2008 ho sempre sofferto ogni volta che dovevo oltrepassare la porta del terminal 1 dell'aeroporto JFK per tornare nel mio paese, nella mia casa ed alla mia vita.

Ogni volta questa sofferenza è sempre più lacerante e profonda ed ogni volta l'istinto mi spinge a restare e la ragione a tornare.

Adoro vestirmi a cipolla e non sapere se mi avvolgerà il caldo o una brezza da brivido, se la sera porterà divertimento o relax, se tirerò fuori le scarpe col tacco e metterò via le ballerine pieghevoli, se la poltrona di un teatro mi avvolgerà o se un pollo tandori sazierà i miei appetiti.

Adoro gli uomini che lavorano ai ferri in metropolitana mentre le donne si truccano, le persone che urlano al mondo la loro ira o cantano i loro sentimenti, adoro i tombini ed il mix di taxi gialli e verdi, il suono del clacson ed i club con la musica a palla.

Adoro il tramonto dai rooftop ed il brunch accompagnato da succo d'arancia e margarita, la passeggiata lungo l'Hudson ed i mercatini rionali, la corsa ai treni ed i deli H24, le persone che ti aiutano senza chiedere e le file ordinate.

Adoro scoprire angoli nascosti e poco conosciuti, esplorare le strade poco battute e camminare senza meta, adoro i nail bar, dove la creatività non si esaurisce mai, ed i murales che raccontano la storia di ognuno di noi.

Adoro Manhattan, ma anche quello che c'è al di là del ponte, i bambini in divisa che vanno a scuola e i viali alberati di Long Island dove il sole crea magiche atmosfere.

Adoro le menti senza filtri e le culture che si mescolano per creare un futuro sempre nuovo e sempre migliore, la certezza che il bicchiere è sempre mezzo pieno se ti impegni per rabboccarlo di continuo.

Adoro poter scegliere ogni giorno senza mai ripetermi, adoro essere me stessa senza mai ripetermi, adoro guardare avanti senza rimpianti, perché tutto è possibile, tutto diventa reale e tutto può succedere nella città che non dorme mai, nella città che ti accoglie se apri il cuore e la ami senza riserve.

Ti amo senza riserve... per sempre tua <3

PS: ecco la chicca Thanksgiving day e il tacchino ripieno

mercoledì 29 maggio 2013

Ciccio sposa Viola

Che nomi strani, ma in realtà è il connubio tra un ristorante nell'entroterra riminese ed una birra artigianale, rispettivamente "Il Ciccio" e "Viola".

Il locale in questione è molto caratteristico, troverete stampe moderne mixate con tavoli e sedie country, un camino davanti a cui sedersi su poltroncine zebrate con due grandi labbra rosso fuoco.
In sala Francesco vi coccolerà con la sua dolcezza, mentre Tiziano delizierà il vostro palato dalla cucina.
Tutto self made, fresco di giornata e sperimentale.
Hanno proposto un menù da abbinare ad una birra, in cui la stessa veniva servita non solo per accompagnare le portate ma anche utilizzata per la loro cucina.
Era la birra "Viola", prodotta da un imprenditore locale, in memoria del nonno che orgoglioso della sua nuova e fiammante Fiat 127 diceva sempre "la va come una viola".
Bionda, rossa o doppio malto, tre tipologie con tre diverse gradazioni per accompagnare dei formaggi stagionati, della pasta ripiena o un arrosto non importa: il sapore deciso, fresco e gli aromi che sprigiona vi conquisteranno.
Interessante la versione gelatina ricavata dallo chef per accompagnare i formaggi, in sostituzione della solita confettura: è riuscito a mantenere il sapore della birra in un alimento sottoposto ad alte temperature prima di arrivare a temperatura "+4" sulla vostra tavola.
Non posso che consigliare vivamente il ristorante ed il suo "rollè di manzo cotto alla birra Viola ripieno di speck, fontina e funghi" accompagnato dalla Viola N. 3 (in assoluto la mia preferita), una bionda doppio malto, dal dolore ambrato ed un retrogusto amarognolo tipico del luppolo impiegato nella sua fermentazione.
Se siete amanti dei primi non perdetevi la pasta fresca, viene fatta da loro, e potrete gustarne una versione spessa e ruvida come solo le nostre nonne riescono a fare.
Ciliegina sulla torta? Un mascarpone con le fragole, cremoso, compatto e areato a puntino: me ne sarei fatta fuori una cofana (come si dice in dialetto nel profondo sud, il mio Salento).
 
Vivamente consigliato per papille gustative goduriose :-P
 

domenica 26 maggio 2013

San Settimio: pace dei sensi

Sono rientrata da poco da un soggiorno a San Settimio, riserva privata, albergo diffuso e tenuta situata a Palazzo, frazione di Arcevia a circa venti chilometri da Senigallia, nelle Marche.
 
Nessun problema per trovarlo, le indicazioni sono chiare, ma non avrei mai immaginato quello che mi sono ritrovata davanti e quali avventure mi aspettavano dietro l'angolo.
 
Non passa molto, dopo essere usciti dall'autostrada, che il paesaggio cambia, fanno capolino le colline, gli alberi ed ogni sfumatura di verde.
 
Appena imboccata la deviazione che conduce alla tenuta sulla destra ci accoglie un lago seminascosto dalla vegetazione, la strada è ombreggiata da alberi secolari, ogni tanto un casale con giardini dove regna la pace, qualche sdraio per godersi il sole ed un angolo barbecue.

 
Poi il maneggio, con i cavalli che vi fanno l'occhiolino dal loro angolo di paradiso, sino ad arrivare al corpo centrale, una struttura che segue le linee della collina, in pietra, legno e ampie vetrate per godersi il panorama mozzafiato anche dall'interno.
 
Percorsi avventura da fare a piedi, in fuoristrada o quad, alla scoperta di una riserva naturale che la proprietà ha rispettato, pur restaurando e portando a nuovo vecchi casali ed ampliando i servizi per la propria clientela mediate la spa, la piscina e le aree all'aperto per i clienti, dove rilassarsi, consumare un pasto leggero o bere qualcosa di rinfrescante.
 
La cucina è ottima e ritroverete nei piatti i prodotti che la terra che vi circonda produce (credo di non aver mai mangiato delle ciliegie così buone in vita mia), da non perdere il pane tostato con la confettura di pere e cannella a colazione, l'insalata di pollo con noci e pinoli a pranzo ed a cena fatevi coccolare dallo chef, saprà proporvi un mix di tradizione e genuinità che vi faranno amare ancora di più il territorio.
 
Animali in libertà, percorsi avventurosi con le funi o il ponte tibetano, la scoperta di angoli ancora nascosti ed inesplorati di questa immensa tenuta vi entusiasmeranno e stupiranno: io non avevo mai visto una pecora saltare una staccionata, voi?

 
A tutto questo va aggiunto per me il non plus ultra, il fattore che rende una vacanza a San Settimio davvero speciale: l'accoglienza, sentirsi a casa, un ambiente familiare, sereno, dove anche le persone che vi aspettano trasmettono la pace che regna fuori e tutt'intorno.
 
Questo è ciò che rende la tenuta un posto speciale: le persone.
 
Grazie a tutti per aver reso indimenticabile il nostro soggiorno.
 
Perché lo consiglio? Perché resta nel cuore.