sabato 6 aprile 2013

La fortezza di San Leo

Siccome i giorni festivi erano due, dopo Gradara e l'amore, passiamo in una prigione storica visitabile: la fortezza San Leo.

 
Celle, sbarre in ferro, spazi angusti e la luce che è solo un miraggio.
 
Le stanze dove alloggiavano le guardie, predisposte per mangiare, dormire e oziare erano in realtà un ambiente unico dove il letto è un mega tavolo leggermente inclinato delimitato da un bordo rialzato, la zona cucina una base rettangolare con due panche lungo i lati lunghi ed un catino a fungere da lavello.
 
Armi, armature, divise in maglie di ferro sono esposti per gli appassionati del genere.
 
Non saprei dire se sia più sconvolgente o assurda la stanza delle torture, dove c'è una minuziosa spiegazione sull'utilizzo di ogni attrezzo, a volte con annessa illustrazione.
Rivivere nella propria testa, mentre si legge, l'efferatezza di tali azioni ha un effetto che lascia basiti, disgustati e con un'impellente bisogno di aria.
Questa è stata la mia sensazione ed è probabilmente la cosa che ricordo meglio di questa visita storico-artistico-culturale.

 
La mostra delle armi è davvero interessante, si ripercorrono le tappe che hanno portato agli strumenti di guerra contemporanei.
 
Il consiglio: buone gambe, copritevi bene vista l'altura e soprattutto armatevi del classico pelo sullo stomaco, dopo potrete farvi coinvolgere da questa secolare prigione.

Gradara: il ricordo di Paolo e Francesca

castello gradara paolo e francesca
Chiedo scusa per non aver scritto per molto tempo, ma ho solo lavorato, senza concedermi nemmeno una distrazione negli ultimi tre mesi, ma poi grazie al cielo è arrivata la pausa pasquale.
Quindi escursioni fuori porta!
Inizio a raccontarvi di Gradara.
Se percorrete l'autostrada adriatica in direzione nord non potrete non notare un castello arroccato in cima ad un'altura, mentre non vedete l'ora di arrivare al casello di Riccione.
Il consiglio è quello di arrivare un po' tardi a Riccione, per concedervi una deviazione che vi porterà indietro nel tempo.
 
 
Fermatevi a Gradara, salite, salite sino a che troverete la
porta di accesso al borgo.
Una camminata tra ciottoli e botteghe artigiane vi condurrà nella piazzetta da cui si può partire alla volte della passeggiata sul camminamento delle mura, per uno sguardo a 360 gradi sulla Romagna ed i suoi paesaggi.
Terminata la passeggiata continuate la scalata sino al castello e perdetevi nelle sue sale.
Le pareti sono dipinte riproducendo i drappeggi di sontuose tende, in ogni ambiente domina un imponente camino ed il mobilio dell'epoca.
Il soffitto è decorato da un motivo a quadranti in legno con fregi e dipinti che formano delle vere e proprie greche decorative.
 
Ogni camera da letto ha un suo colore, dal rosso ciliegia al verde oliva, con un baldacchino che è in netta concorrenza con il camino, difficile non notarlo.
Particolare cura è stata riservata alla stanza che fu di Francesca, arredi, bauli ed abiti in bella mostra la rendono di impatto.
Essendo una fan di Lucrezia Borgia non ho potuto non apprezzare il suo camerino con un arcaico sanitario per lavarsi costituito da un trespolo che sorregge il bricco per l'acqua e la ciotola dove veniva versata a forma di conchiglia.
 
Usciti dagli appartamenti vi aspettano il verde dei prati ed i raggi del sole che si riflettono sulle imponenti mura di un castello che custodisce i segreti di una grande amore e di morti misteriose.

Una deviazione di un paio d'ore che vi farà vivere un pezzo di storia e ricordare i tempi del liceo e di un incubo chiamato Dante e i canti della Divina Commedia, per scoprire che forse non è più un incubo e non lo è mai stato...